“A 30 anni dall’uscita del film che valse l’Oscar e il Golden Globe
a Marlee Matlin, dopo aver commosso le platee italiane nel primo anno
di tournée, lo spettacolo torna in scena agrande richiesta”
Portato in scena da un giovane cast
di attori udenti e sordi (guidato da
Giorgio Lupano e Rita Mazza) che
ha letteralmente conquistato il
pubblico, Figli di un Dio minore è uno spettacolo
unico nel suo genere perché si rivolge tanto
agli udenti che ai non udenti e ad entrambi
regala emozione e sorpresa.
In un Istituto per sordi arriva un nuovo insegnante
di logopedia. È James Leeds, un giovane
i cui metodi anti-convenzionali e diretti
sono guardati con sospetto dal direttore che
lo esorta subito a non essere troppo “creativo”
nell’insegnamento. Leeds va avanti per la sua
strada ed i risultati del suo empatico rapporto
con gli allievi non tardano ad arrivare. Ma la
vera sfida per il professore è rappresentata da
Sara, una giovane donna, bella, intelligente e
sorda dalla nascita.
“La sordità – risponderà Sara a Leeds che cerca
di farla uscire dal suo isolamento volontario -
non è il contrario dell’udito. È un silenzio pieno
di suoni”.
Sara ha un carattere forte, è spigolosa, introversa.
Fiera della sua diversità si rifiuta di parlare
perché, non avendo mai conosciuto il suono
della voce umana, sa di non poterlo fare bene
e si esprime solo attraverso la lingua dei segni.
Ogni incontro tra i due è una sfida e, allo stesso
tempo, un’occasione per cercare di aprirsi all’altro.
Nonostante l’iniziale ostilità della ragazza,
James non si arrende e i due finiscono per innamorarsi.
Ma sono molti gli ostacoli che la loro
relazione dovrà superare.
Vincitore del Premio Camera di Commercio
delle Riviere di Liguria al 50° Festival di Borgio
Verezzi “Per aver affrontato con delicatezza la
tematica della sordità e aver felicemente messo a
contatto due mondi, solo in apparenza incapaci
di comunicare tra loro, sia sul palcoscenico - dove
attori non udenti recitavano accanto a colleghi
udenti -, sia in platea - con tutti gli spettatori
uniti a fine rappresentazione in un commovente
applauso “silenzioso”, una distesa di mani aperte
che si agitavano nell’aria. Un progetto di grande
valenza sociale e artistica”.
Tutte le fasi del lavoro, dalla prima parte laboratoriale
fino all’allestimento vero e proprio,
sono state concordate, supportate e realizzate
con la collaborazione
dell’ISSR, Istituto Statale dei
Sordi di Roma.